Nuovo "evasometro" in sostituzione del redditometro

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Il decreto correttivo sul concordato preventivo (D.Lgs. 108/2024), pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 5.08.2024, archivia, in via definitiva, il redditometro. L'obiettivo è uno strumento in grado non più di colpire a tappeto ma che riesca a puntare sui grandi scostamenti. 
Il provvedimento prevede, infatti, una doppia soglia di cui il Fisco dovrà tener conto prima di procedere con l’accertamento: da un lato è confermato che lo scostamento tra reddito ricostruito attraverso le spese sostenute e reddito effettivamente dichiarato deve essere almeno del 20%, dall’altro vi è un’ulteriore limitazione che lo scarto deve essere superiore almeno a 10 volte l’assegno sociale annuo (attualmente pari 6.947,33 euro), ossia poco meno di 70.000 euro.
In ogni caso il nuovo “evasometro” prevede un ampio margine per giustificare gli scostamenti tra redditi dichiarati e spese sostenute. Con la modifica contenuta nel decreto correttivo del concordato sono, infatti, uniformate le regole tra l’accertamento sintetico puro e quello che poi dovrebbe essere ricondotto agli elementi di capacità contributiva definiti con un decreto ministeriale.
Il contribuente potrà sempre dimostrare che il finanziamento delle spese è avvenuto con redditi diversi da quelli posseduti nello stesso periodo di imposta, o con redditi esenti o soggetti a ritenuta alla fonte o, comunque, legalmente esclusi dalla formazione della base imponibile o da parte di soggetti diversi dal contribuente. Vi sarà anche margine per spiegare che le spese attribuite hanno un diverso ammontare e che la quota di risparmio utilizzata per consumi e investimenti si è formata nel corso degli anni precedenti.

Il Sole 24 Ore 7.08.2024