Superbonus 110% e conti pubblici

Dopo la chiusura delle cessioni del Superbonus i crediti legati al 110% diventano “non pagabili”, la spesa potrà essere spalmata in più anni, avendo, con questa variazione di classificazione contabile, minor impatto sui conti pubblici. Restano invece “pagabili” i crediti maturati dal 2020 al 2023. Lo ha precisato Eurostat nel parere inviato ieri all'Istat, in cui si riporta anche che nel 2023 le banche sono riuscite a compensare il 34% della loro capacità fiscale totale utilizzando i crediti d'imposta per le ristrutturazioni, di cui il 28% esclusivamente con Superbonus.
Oltre a decretare il passaggio nel 2024 dei crediti Superbonus da pagabili a non pagabili, l'Eurostat tocca anche il tema dei crediti incagliati: nel documento, per motivare la nuova classificazione dei crediti, ripercorre tutte le novità in materi e, in particolare, le novità introdotte dall'entrata in vigore della legge n. 67/2024 il 30.05.2024 (D.L. 39/2024). La prima e più significativa modifica al 110% riguarda il blocco delle cessioni e dello sconto in fattura relativamente ai bonus maturati dopo marzo 2024. La legge prevede delle eccezioni: è possibile continuare a trasferire il credito, ad esempio, per gli enti del Terzo settore oppure nelle aree colpite dai terremoti del 2009 e 2016 (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria).
Italia Oggi
Oltre a decretare il passaggio nel 2024 dei crediti Superbonus da pagabili a non pagabili, l'Eurostat tocca anche il tema dei crediti incagliati: nel documento, per motivare la nuova classificazione dei crediti, ripercorre tutte le novità in materi e, in particolare, le novità introdotte dall'entrata in vigore della legge n. 67/2024 il 30.05.2024 (D.L. 39/2024). La prima e più significativa modifica al 110% riguarda il blocco delle cessioni e dello sconto in fattura relativamente ai bonus maturati dopo marzo 2024. La legge prevede delle eccezioni: è possibile continuare a trasferire il credito, ad esempio, per gli enti del Terzo settore oppure nelle aree colpite dai terremoti del 2009 e 2016 (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria).
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